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ANALISI: Verifica stato di conservazione dell'amianto

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Testo Unico Ambientale - D.Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale).

Analisi strumetali e di laboratorio - verifica stato di conservazione dell'amianto

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ANALISI: Postazione di prelievo e conteggio Fibre Asbestiformi MOCF

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Analisi strumentali e di laboratorio - Postazione di prelievo e conteggio Fibre Asbestiformi MOCF e successiva stesura del rapporto di prova
 
D.Lgs.81/2008 Art. 248. - Individuazione della presenza di amianto 
1. Prima di intraprendere lavori di demolizione o di manutenzione, il datore di lavoro adotta, anche chiedendo informazioni ai proprietari dei locali, ogni misura necessaria volta ad individuare la presenza di materiali a potenziale contenuto d'amianto.
2. Se vi e' il minimo dubbio sulla presenza di amianto in un materiale o in una costruzione, si applicano le disposizioni previste dal presente capo.

Tipologia e metodologia del prelievo e metodica dell'analisi conformi alle norme tecniche di riferimento e/o a linee guida nazionali.

D.Lgs.81/2008 Art. 253. - Controllo dell'esposizione 
1. Al fine di garantire il rispetto del valore limite fissato all'articolo 254 e in funzione dei risultati della valutazione iniziale dei rischi, il datore di lavoro effettua periodicamente la misurazione della concentrazione di fibre di amianto nell'aria del luogo di lavoro tranne nei casi in cui ricorrano le condizioni previste dal comma 2 dell'articolo 249. I risultati delle misure sono riportati nel documento di valutazione dei rischi.
2. Il campionamento deve essere rappresentativo dell'esposizione personale del lavoratore alla polvere proveniente dall'amianto o dai materiali contenenti amianto.
3. I campionamenti sono effettuati previa consultazione dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti.
4. Il prelievo dei campioni deve essere effettuato da personale in possesso di idonee qualifiche nell'ambito del servizio di cui all'articolo 31. I campioni prelevati sono successivamente analizzati ai sensi del decreto del Ministro della sanita' in data 14 maggio 1996, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 178 del 25 ottobre 1996.
5. La durata dei campionamenti deve essere tale da consentire di stabilire un'esposizione rappresentativa, per un periodo di riferimento di otto ore tramite misurazioni o calcoli ponderati nel tempo.
6. Il conteggio delle fibre di amianto e' effettuato di preferenza tramite microscopia a contrasto di fase, applicando il metodo raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanita' (OMS) nel 1997 o qualsiasi altro metodo che offra risultati equivalenti.
7. Ai fini della misurazione dell'amianto nell'aria, di cui al comma l, si prendono in considerazione unicamente le fibre che abbiano una lunghezza superiore a cinque micrometri e una larghezza inferiore a tre micrometri e il cui rapporto lunghezza/larghezza sia superiore a 3:1.

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ANALISI: Calcolo del Fattore Luce Diurna FLDm relativamente all'illuminazione naturale

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Analisi strumentali  - Calcolo del Fattore Luce Diurna FLDm relativamente all'illuminazione naturale dei locali e nel rispetto dei requisiti urbanistici cogenti

Requisiti urbanistici pertinenti espressi nel Regolamento Tecnico Comunale / Provinciale / Regionale di riferimento in riferimento ai locali di lavoro del fabbricato oggetto di valutazione.

Si scelgano, sulla base dei fattori che determinano la prestazione considerata, gli alloggi e gli spazi con caratteristiche tali da poterli definire come i più "sfavoriti" (quelli con minore vista del cielo); la verifica in opera dovrà essere eseguita in almeno due spazi dell’edificio scelti fra quelli più sfavoriti.
La misura di illuminamento esterno Ee va eseguita su un piano orizzontale. Il piano, oltre a essere in grado di vedere l’intera volta celeste (in genere si considera come piano orizzontale quello della copertura dell’organismo edilizio), non deve essere sottoposto all'irraggiamento diretto del sole (in pratica la misura richiede un cielo uniformemente coperto).
Durante le misure lo strumento deve essere appoggiato su un piano orizzontale. Effettuare le misure di illuminamento interno Ei ed esterno Ee con l’uso contemporaneo di due luxmetri, dei quali sia stata precedentemente verificata la congruenza. In alternativa e possibile eseguire le misure esterne ed interne di ciascun punto in successione, purché rapida, soprattutto se le condizioni di illuminazione esterna sono mutevoli. L’illuminamento medio interno Eim sarà calcolato come media degli illuminamenti nei punti considerati: tali punti, per uno SPAZIO DI FORMA REGOLARE, sono almeno 4, situati all’incrocio degli assi posti a 1/4 e a 3/4 dello spazio in oggetto (vedi FIG.11). Nel caso di uno SPAZIO DI FORMA IRREGOLARE occorre suddividere lo spazio in subspazi di forma regolare ed Individuare i punti di prova in ogni subspazio
secondo il criterio usato per gli spazi regolari (vedi FIG. 12). Per ogni subspazio calcolare la media aritmetica dei valori di illuminamento rilevati nei quattro punti di misura e determinare il corrispondente valore del fattore di luce diurna medio. Il valore del FLDm dello spazio complessivo sarà calcolato come media pesata dei fattori di luce diurna medi di ogni singolo subspazio.
Nel caso di SPAZI DESTINATI A FUNZIONI PLURIME, poiché il livello del fattore di luce diurna medio deve essere soddisfatto almeno nei punti fissi di lavoro, i quattro punti di misura dell’illuminamento interno sono scelti, con lo stesso metodo descritto nelle figure precedenti, all’interno dell’area che comprende i punti fissi di lavoro e almeno i 9 m2 intorno ai medesimi punti fissi di lavoro.
In tutti e tre i casi (spazi regolari, irregolari e spazi per funzioni plurime) il valore di FLDm e ottenuto dal rapporto: FLDm = Eim/Ee

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Rilievi con Metal Detector per individuare masse metalliche all'interno di pareti e sotto pavimenti

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Rilievi con Metal Detector per individuare masse metalliche all'interno di pareti, sotto i pavimenti e/o nei terreni, etc.
 
Da specificare da parte del cliente le eventuali e particolari esigenze normatiche per le quali si è chiesta questa indagine strumentale.

- Sopralluogo presso il sito individuato dal Committente/Cliente per la ricerca di masse metalliche all'interno di pareti, sotto i pavimenti e/o nei terreni, etc..

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Indagine strumentale con apparecchiatura FLUKE 983 per il rilievo delle particelle da PM10 a PM3

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Indagine strumentale con apparecchiatura FLUKE 983 per il rilievo delle particelle da PM10 a PM3, temperatura, umidità relativa.

D.Lgs.81/2008 Titolo IX - SOSTANZE PERICOLOSE
Capo I - Protezione da agenti chimici

D.Lgs.152/2006 - Testo Unico Ambientale
Inquinamento da polveri aerodisperse

La sigla PM10 identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.
È costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide, inoltre, una parte rilevante del PM10 presente in atmosfera deriva dalla trasformazione in particelle liquide di alcuni gas (composti dell'azoto e dello zolfo) emessi da attività umane.

La nocività delle polveri sottili dipende dalle loro dimensioni e dalla loro capacità di raggiungere le diverse parti dell'apparato respiratorio:
- oltre i 7 µm: cavità orale e nasale 
- fino a 7 µm: laringe 
- fino a 4,7 µm: trachea e bronchi primari 
- fino a 3,3 µm: bronchi secondari 
- fino a 2,1 µm: bronchi terminali 
- fino a 1,1 µm: alveoli polmonari 

Dipende inoltre dalla loro natura chimica. In genere, le patologie legate all'inquinamento da polveri sottili sono riconosciute essere l'asma, le affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari. La mortalità indotta dalle polveri sottili è oggetto di dibattito. L'OMS, sulla base di uno studio condotto nel 2000 in 8 città del mondo, stima che le polveri sottili siano responsabili dello 0,5% dei decessi registrati nell'anno.

I valori limite sono definiti in Italia dal decreto-legge nr. 60 del 2 aprile 2002; tale decreto fissa due limiti accettabile di PM10 in atmosfera:
- Il primo è un valore limite di 50 µg/m³ come valore medio misurato nell'arco di 24 ore da non superare più di 35 volte/anno.
- Il secondo come valore limite di 40 µg/m³ come media annuale

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Indagine strumentale con apparecchiatura FLUKE 975 per il controllo della qualità dell'aria

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Indagine strumentale  con apparecchiatura FLUKE 975 per il controllo della qualità dell'aria capace di monitorare Ossido di Carbonio (CO), Anidride Carbonica (CO2), temperatura, umidità, velocità dell'aria.

D.Lgs.81/2008 Titolo IX - SOSTANZE PERICOLOSE
Capo I - Protezione da agenti chimici

ANIDRIDE CARBONICA
I limiti fissati dall'OSHA (l'agenzia statunitense per la sicurezza sui luoghi di lavoro) per la concentrazione di biossido di carbonio sul posto di lavoro sono lo 0,5% (5000 ppm) per un'esposizione continua e il 3% per un'esposizione breve (15 minuti).
Il biossido di carbonio è comunque molto meno tossico dell'ossido di carbonio, CO, che produce incoscienza nel giro di pochi minuti e la possibilità di danni irreversibili e morte in breve tempo.

MONOSSIDO DI CARBONIO
Il monossido di carbonio (o ossido di carbonio o ossido carbonico) ha formula CO, il numero CAS è 630-08-0, è un gas inodore, incolore, insapore e velenoso.
Si miscela bene con l'aria, con cui forma facilmente miscele esplosive e penetra facilmente attraverso le pareti e il soffitto. In presenza di polveri metalliche finemente disperse la sostanza forma metallo-carbonili tossici e infiammabili. Può reagire vigorosamente con ossigeno, acetilene, cloro, fluoro, ossidi di azoto.
Il monossido di carbonio è tossico perché legandosi saldamente agli atomi di ferro nell'emoglobina del sangue forma un complesso molto più stabile di quello formato dall'ossigeno. La formazione di questo complesso fa sì che l'emoglobina sia stabilizzata nella forma di ossiemoglobina che, per le sue proprietà allosteriche, rilascia più difficilmente ossigeno ai tessuti. Questo porta ad uno stato di incoscienza e quindi alla morte. Anche in bassa concentrazione il monossido di carbonio può ridurre la concentrazione di ossigeno nel cervello al punto che la vittima diventi incosciente e, in casi gravi, muoia di asfissia.
Il monossido di carbonio si lega più saldamente all'emoglobina dell'ossigeno per la struttura dei suoi orbitali molecolari. A differenza dell'ossigeno infatti, non solo cede un doppietto di elettroni al ferro,ma ha anche due orbitali π liberi che possono ricevere ulteriori elettroni dagli orbitali d del ferro creando un composto 200 volte più stabile.

Decreto Ministeriale del 2 aprile 2002, n. 60 
MONOSSIDO DI CARBONIO CO 
VALORI LIMITE - TLV 10 mg/m3 (9 ppm) - 8 ORE 
VALORI LIMITE - TLV 40 mg/m3 (35 ppm) - 1 ORA
SOGLIA ATTENZIONE - 15 mg/m3 - 1 ORA
SOGLIA ALLARME - 30 mg/m3 - 1 ORA

Il limite di sicurezza per i lavoratori esposti al CO, come TLV-TWA, è di 25 ppm, pari a 29 mg/mc (limite indicato dall’ACGIH, American Conference of Governmental Industrial Hygienists).

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ANALISI: Prelievo ed analisi inquinanti indoor all'interno dei locali di lavoro

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Analisi strumentali e di laboratorio - prelievo ed analisi inquinanti indoor all'interno dei locali di lavoro

D.Lgs.81/2008 Titolo IX - SOSTANZE PERICOLOSE
Capo I - Protezione da agenti chimici

Inquinante : XXXXXXXXXXXXXX
Numero dei provini/prelievi: X
Tecnica di campionamento: Campionatore ambientale o personale
Durata di campionamento: tempo necessario per la significatività del risultato al fine di rilevare eventuale soglia <= al 10% del TLV  (1)
Metodologia di indagine: XXXXXXXXX (2)
(1) = compatibilmente con il processo produttivo
(2) = metodica riconosciuta da AUSL

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INDAGINI: Campionamenti per rilevare la presenza di RADON all'interno di luoghi di lavoro

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D.Lgs. 241/00 e Conferenza Stato Regioni: Linee guida per le misure di concentrazione di radon in aria nei luoghi sotterranei.

Per decidere in quali locali o ambienti sotterranei di uno stesso edificio effettuare le misure di concentrazione di radon, bisogna tenere conto del fatto che le misure devono essere pianificate in modo da essere rappresentative dell’esposizione del personale. Perciò in linea di massima le misure non dovranno essere condotte in locali che non siano occupati con continuità dai lavoratori, come per esempio i locali di servizio, gli spogliatoi e gli ambienti di passaggio come i corridoi. Altri ambienti come i magazzini, i bunker delle banche e locali di utilizzo simile, nei quali il personale entra senza occupare una vera e propria postazione di lavoro, ma che rimangono chiusi a lungo, non dovranno essere sottoposti a misura a meno che il personale nel suo complesso non vi trascorra una frazione di tempo significativa, che viene indicativamente fissata in 10 ore al mese.

Numero di misure e posizionamento dei dosimetri:
Considerato che numerosi studi hanno messo in evidenza la variabilità della concentrazione di radon anche fra ambienti contigui, le misure dovranno in generale essere effettuate in ogni locale fisicamente separato; il risultato della media annuale del singolo locale dovrà essere confrontato con il livello di azione di 500 Bq/m3 introdotto dalla normativa.  Nel caso di luoghi di lavoro sotterranei in cui vi sia un numero elevato (dell'ordine delle decine) di ambienti “analoghi” sulla base di considerazioni riguardanti le caratteristiche della costruzione e dell’uso degli ambienti stessi, compresa la ventilazione e il tipo di attività, potrà essere giustificata la riduzione del numero di misure da effettuare in uno stesso edificio. Tale scelta dovrà essere oggetto di una relazione che resti a disposizione degli organi di vigilanza e dovrà necessariamente essere sottoposta a verifica: se la media dei valori misurati risulterà sostanzialmente inferiore al livello di azione e la loro variabilità contenuta, l’operazione sarà giustificata anche a posteriori, in caso contrario, sarà necessario estendere in una seconda fase il programma di misura a tutti i locali.   

Riguardo al numero di misure da effettuare, gli ambienti di lavoro possono essere per semplicità classificati sulla base delle loro dimensioni in due categorie principali, alle quali corrisponde una differente strategia di misura raccomandata, che è illustrata di seguito:

A: Locali separati di piccole dimensioni (inferiori a 50 mq) 
- Una misura in ciascun locale, salvo quanto sopra previsto

B: Ambienti di medie e grandi dimensioni 
- Una misura ogni 100 mq di superficie

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Assistenza immediata in caso di infortuni sul lavoro e relativi rapporti con enti di controllo

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In base alle attività di servizi previsti dal contratto di consulenza la nostra struttura mette a disposizione in modo continuativo tutto il personale tecnico. L'assistenza e la disponibilità telefonica viene assicurata tramite la chiamata al nostro centralino telefonico ed il successivo smistamento al tecnico competente per materia.

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